Luca Rota & Tiziano Milani, “The City of Simulation | La Città della Simulazione”

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    FONTE

    CITAZIONE
    The City of Simulation | La Città della Simulazione: 14 poesie audio-visuali su CDr che sono il frutto della collaborazione compositiva tra Luca Rota per i testi e Tiziano Milani per i suoni, il tutto prodotto da Setola di Maiale – musiche non convenzionali, un network/catalogo di musicisti d’avanguardia che divulga il suo lavoro così come il lavoro di molti artisti eccellenti.

    The City of Simulation | La Città della Simulazione trae lo spunto da un illuminante volume di Giandomenico Amendola, “La città postmoderna – Magie e paure della metropoli contemporanea” (Laterza – Bari, 1997, IV ed. ampliata 2003) ed in particolare dal capitolo omonimo del progetto, nel quale Amendola evidenzia come la città contemporanea o post-moderna, appunto, si sia sviluppata (ovvero sia stata sviluppata, cioè progettata e plasmata dagli architetti/urbanisti d’oggi) in modo da indurre il suo abitante a vivere una vita cittadina non più propria e “naturale” ma sostanzialmente dissimulata, come l’attore su di una scena teatrale: un abitante suggestionato al punto da divenire paradossalmente consapevole della maschera indossata, e dunque bisognoso di una scena sulla quale recitare la sua nuova e artificiosa vita quotidiana.

    Posto ciò, abbiamo scelto di meditare su questi sagaci e stimolanti spunti, e indagarli attraverso la reciproca espressività artistica usuale – la poesia di genere contemporaneo per Luca Rota, e i suoni elettroacustici sperimentali per Tiziano Milani – così da svilupparne i concetti in “rappresentazioni” audio-visuali attraverso le quali concretizzarli e, per quanto possibile, farli avanzare ancor più nella direzione indicata da Amendola, con la forza di analisi e suggestione tipica della poesia visuale unita all’energia evocativa e immaginifica del suono a far da mezzi per un tale fine. Il nostro lavoro si è tuttavia svolto su due percorsi paralleli, senza influenze/interferenze intermedie e con i soli punti di contatto nei titoli comuni delle composizioni, e di confluenza nel prodotto finale, preservando così la massima libertà meditativa ed espressiva reciproca, pur ben determinata dai “confini” dati appunto dal testo di origine.

    The City of Simulation | La Città della Simulazione è nel suo complesso un progetto composito e potenzialmente multiforme. Come supporto primario abbiamo deciso di affidarci al CD, quale media contemporaneo, originale o quanto meno non usuale per un progetto letterario/musicale come il nostro (che supera l’ordinario formato “libro+CD” utilizzato in questo casi) e dunque innovativo, con il supporto produttivo di una realtà apprezzata come Setola di Maiale, come visto. Inoltre il progetto ha un sito web dedicato (www.lacittadellasimulazione.com: sarà attivo entro brevissimo tempo) nel quale sono ascoltabili samples dei brani sonori e versioni a qualità ridotta delle poesie visuali, nonché dove ritrovare i testi critici del progetto; il sito è inoltre un “recipiente aperto” nel quale potranno essere usufruibili ulteriori contenuti (video, ad esempio, dei quali è autore Tiziano Milani). Ma abbiamo pensato per The City of Simulation | La Città della Simulazione anche ad altre possibili rappresentazioni e relativi adattamenti: le più immediate, perchè già il progetto le contempla come sviluppi naturali, sono la presentazione dello stesso in luoghi atti allo scopo (locali, sale conferenze, biblioteche, librerie… – ma in fondo basta un impianto audio-video di tipo ordinario) e l’esposizione installativa in gallerie d’arte: eventi multimediali nei quali poesia, audio e video si fondono per presentare il progetto e trasmetterne i contenuti nel modo più stimolante possibile.

    Da notare infine che The City of Simulation | La Città della Simulazione è a tutti gli effetti un progetto “aperto”, che non si esaurisce certamente nelle concretizzazioni sopra citate ma che, potenzialmente, resta un percorso artistico in progress, pronto ad evolvere seguendo gli impulsi che verranno dal pubblico che lo conoscerà così come dalle realtà considerate nelle sue tematiche – per certi versi evolvendo, insomma, come evolve la città post-moderna e la scena sociale che la vive.

    Questo è quanto. Ci auguriamo che The City of Simulation | La Città della Simulazione possa interessare la Vostra attenzione e sollecitare la suggestione verso i suoi contenuti, ovviamente sia letterari che sonori, per i quali i testi critici presenti sul CD e nel sito web (in italiano e in inglese) vi saranno di ulteriore e interessante ausilio alla comprensione, sia tecnica che tematica. Per conto nostro, siamo qui disponibili a qualsiasi Vostro approfondimento in merito, a rispondere alle domande e soddisfare le curiosità, oltre che naturalmente a valutare qualsivoglia possibilità di presentazione live del progetto…

    Luca Rota (www.lucarota.it/)
    Tiziano Milani (http://myspace.com/milanitiziano)

    Qua sotto invece posto il testo di presentazione del lavoro, il pdf si trova anche all'interno del CDr

    CITAZIONE
    “Città, ventunesimo secolo, anno 2009: disteso corpo tentacolare di altissimi edifici, altri ancora più alti in costruzione – in ostruzione inveterata della vista verso l’orizzonte del tempo, scenografica sky-line dominante e di sotto un labirintico reticolo di incroci confluenze analogie di innumerevoli parole come altrettanti edifici d’una città sovrapposta e sopra ancora quelle dei discorsi di chi ha “vinto” il privilegio di vivere al di sopra della nebbia che tutto avvolge – anche e soprattutto quando nebbia non ce n’è... Cos’è la città, oggi? Cos’è la vita in città? - realtà, finzione, sceneggiatura, elegia, dramma? Le strade del centro città sembrano lastricate di denaro, ma due svolte oltre i rilucenti viali alberati grigi muri di periferia infondono (in)urbana soggezione nello spirito, e accanto ad essi, ai piedi dei divieti di scarico immondizie, l’antinomia diventa completa. La mappa urbana traccia gli sfondi di una anomala scenografia post-moderna, mentre il cielo al di sopra si fa’ cupo di tutte le parole spese da un copione senza più filo logico: occorre ritrovarlo, ricuperarlo, ritornare a che i passi compiuti nel traversare il corpo della città siano nuovamente linfa per esso, non più liquido di suppurazione... Vivere nella città, la città come propria realtà, la propria vita come vita della città - o languire come inutili figuranti nella sfigurata Città della Simulazione...”

    La Città della Simulazione – I Testi (punto critico). Come scrivere della città post-moderna, il non luogo per antonomasia della contemporaneità ovvero quell’ambito pseudo-urbanistico conformato(si) in modo da finire per simulare sé stesso, smarrendo ogni proprio senso urbano/sociologico e imponendo un identico smarrimento a qualsiasi cosa vi si trovi all’interno – dunque, potenzialmente, alle stesse parole con le quali di essa si vorrebbe scrivere? La città della simulazione dissimula anche il senso di termini e concetti dai quali si fa’ scrivere, raccontare, rappresentare, e sui quali poggia molto del proprio preteso prestigio urbano? Probabilmente sì, ne travalica e confonde i significati così come, nello stesso modo, supera il confine tra vita e rappresentazione proprio in quel citato atto di simulazione di sé stessa e, per imposizione, di ogni altra cosa sia parte di essa, volente o nolente... La parola, dunque, deve in qualche modo sfuggire dal tentativo di simulazione e dalla “normalizzazione” espressiva che ne deriva, ovvero deve conservare in sé la capacità di saper ancora rappresentare la vita, prezioso atto di percezione e di comunicazione le più ampie possibili della realtà e delle sue evidenze, privo di finzione, di mistificazione a fini di mera estetizzazione ludica... Ciò che, io credo, abbia saputo fare nel corso del Novecento la poesia d’avanguardia (dalle prime sperimentazioni pre-futuriste fino alla cosiddetta Terza Ondata), in un percorso evolutivo in qualche modo parallelo come direzione al mutamento della città – da moderna/contemporanea a post-moderna – ma divergente come rotta, appunto nel tentativo di conservare il giusto punto di vista sulla realtà e il più proficuo contatto con la quotidianità del vivere sociale odierno e i suoi protagonisti (noi stessi società di individui – o teoricamente tale...), attraverso un linguaggio contemporaneo ancora ricco di senso, di sostanza, e parimenti innegabilmente poetico, posto un gradino sopra l’affabulazione massificata confusa e caciarona, non linguaggio così funzionale al non luogo che è la città della simulazione. Questo è stato il principio da cui mi sono mosso, e il veicolo utilizzato per addentrarmi tra i meandri della urbanità post-moderna, veicolo che ho cercato di riadattare alle vie e alle strade contemporanee con un linguaggio coevo, multiforme ed eclettico ovvero plastico, duttile come lo è – nel bene e nel male - la contemporaneità urbana; ma, per ancor meglio contestualizzare ed far risaltare le parole utilizzate, il loro senso e valore, elevandole e allontanandole da quelle altre tante parole futili e inutili che impregnano l’aria della città post-moderna, ho scelto di visualizzare i testi, tipograficamente e iconograficamente in modo più meno intenso, creando composizioni visive nelle quali i linguaggi utilizzati dialogano tra di loro, oltre e prima che con chi se li trova di fronte e li fruisce, in uno stretto connubio di parole e immagini (tratte in buona parte dal web, non luogo oggi divenuto ben più luogo di tanti altri) non confondibile, e quanto più possibile funzionale al comune messaggio di fondo. Da Nella Città della Simulazione, in cui lo stile a metà tra prosa e poesia è ponte ideale tra passato/moderno e presente/post-moderno, si passa per Skyline, testo di poesia visiva nell’accezione più tradizionale ma al contempo assai iconico, e ci si “orienta” con la Mappa della Città, endecasillabi visuali solo all’apparenza disposti casualmente... Divieto di scarico immondizie mostra visivamente la corruzione dell’originaria estetica urbana, mentre Denaro rende palese il cortocircuito sociale in essa e tra le sue parti costitutive odierne, le quali, in Vita in Città, non sanno far altro che assoggettarsi sciattamente al suo stato di fatto. Anche per questo le parole che animano verbalmente la città post-moderna, in Incroci confluenze analogie, sono inutili al punto da palesare la verità che viceversa vorrebbero celare, ma in fondo riflettono l’analoga vuotezza e ipocrisia dei “leader” cittadini di Salutiamo con applausi e allegria; parole inutili nonché, come detto, tante, troppe, al punto da impregnare l’aria e oscurare Il cielo sopra la città, finché la Nebbia cala su ogni cosa, ottenebra la fremente ma grigia vita cittadina (tono su tono, in fondo...) lasciando coglierne solo pochi frammenti, eppure in qualche modo assai esplicativi; è tempo di riflessioni, quasi di colpo e inopinatamente amare pur nella continua spinta a primeggiare e andare oltre di un’esistenza irrefrenabilmente In c-ostruzione... Nella composizione prettamente visuale di Centrocittà risalta nuovamente tutta la spinta urbanocentrica e antisociale della città post-moderna, ma forse, pur nel conseguente degrado che le periferie cittadine rendono così palese e drammatico, un Muro di periferia lascia scaturire la speranza (in un sonetto classico) che non tutto sia simulabile, che un domani di maggior grazia sia possibile, un futuro verso il quale muoversi sui propri Passi, perché la città è tale grazie ai suoi cittadini e non viceversa, dei quali cittadini/cittadinanza sarà pur simulabile l’esistenza, ma non lo è la vita del cittadino, del singolo individuo, l’essere umano.

    La Città della Simulazione – I Suoni (punto critico). John Cage: “Ora non ho più bisogno di un pianoforte: ho la 6th Avenue, con tutti i suoi suoni. Traduco i suoni in immagini, e così i miei sogni non vengono disturbati. Semplicemente si fondono. Una notte scattò l’allarme di un antifurto e mi meravigliai perché il suono proseguì sempre molto intenso per almeno due ore, crescendo e calando, in modo quasi impercettibile, in altezza. E nei miei sogni assunse una forma delle curve delicate, come quelle di Brancusi. La cosa non mi infastidì affatto”.
    L'idea originaria de La Città della Simulazione è stata tratta dall'omonimo capitolo del volume di Giandomenico Amendola “La città postmoderna – Magie e paure della metropoli contemporanea”, Laterza - Bari, 1997, IV ed. ampliata 2003.

     
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